Ufo, il Pentagono pubblica tre video di «fenomeni aerei non identificati»

Ufo, il Pentagono pubblica tre video di «fenomeni aerei non identificati»

E l’hashtag #AliensExist batte il Coronavirus. Emersi nel 2017 ma girati tra il 2004 e il 2015, i tre video mostrano strani velivoli muoversi nel cielo. Il senatore del Nevada Harry Reid: «Questa è solo una parte della ricerca e delle documentazioni disponibili.

Il Pentagono ha pubblicato ufficialmente tre video di ufo. L’ente militare statunitense in realtà li definisce «fenomeni aerei non identificati» e i tre filmati erano già stati visti nel 2017. Si vedono dei velivoli muoversi rapidamente di fronte all’obiettivo di una telecamera a infrarossi. Troppo rapidamente, come emerge anche dalle reazioni dei piloti che si sentono in sottofondo. La veridicità dei filmati era già stata confermata a settembre 2019 ma ora vengono pubblicati a livello ufficiale «per chiarire eventuali idee sbagliate da parte del pubblico sul fatto che i filmati fossero reali o meno, o se ci sia o meno altro nei video», ha detto la portavoce del Pentagono Sue Gough, «Dopo un’attenta revisione, il dipartimento ha stabilito che la pubblicazione autorizzata di questi video non classificati non rivela alcuna capacità o sistema sensibili»

I tre filmati

Registrati tra il 2004 e il 2015 durante delle esercitazioni militari, nei tre filmati, intitolati Flir1, Gimbal e GoFast si nota un oggetto sferico effettuare una strana rotazione ed eseguire manovre molto rapide prima di sparire dalla visuale. «Mentre mi avvicinavo… ha rapidamente accelerato verso sud ed è scomparso in meno di due secondi», aveva detto David Fravor, uno dei piloti che incontrò i misteriosi oggetti nel 2004, «Era stato estremamente brusco, come una pallina da ping pong che rimbalza su un muro: lo colpisce e poi va da un’altra parte». Ancora non è chiaro cosa siano gli oggetti ripresi ma il dipartimento Usa invita a non chiamarli «Ufo», una definizione fantascientifica e fuorviante che scatena reazioni confuse tra le persone. Effettivamente quella parola sta per «oggetto volante non identificato» e sebbene in molti di noi scateni fantasie marziane, in realtà è un’etichetta per velivoli militari che non si conoscono, perché classificati o provenienti da altri stati, ma potrebbero essere semplici droni, palloni aerostatici sperimentali o velivoli in fase di sperimentazione.

Gli alieni battono il Coronavirus

E in effetti la reazione c’è stata. Su Twitter l’hashtag #AliensExist, gli alieni esistono, è arrivato a superare anche il mantra di questi giorni, il coronavirus, a cui si è aggiunto un post dell’ex senatore Harry Reid. «Sono contento che il Pentagono stia finalmente pubblicando queste immagini», ha scritto, «anche se ciò scalfisce soltanto la superficie della ricerca e delle documentazioni disponibili». Parole che diventano molto più pesanti se consideriamo che Reid è stato senatore del Nevada, la culla dell’Area 51 da sempre al centro di ogni dibattito cospirazionista.

La pubblicazione e i Blink 182

Al mistero dei soggetti dei video si aggiunge però anche il giallo della loro scoperta. Le prime pubblicazioni delle registrazioni, nel 2017, sono state attribuite al New York Times e all’Academy of Arts and Science, un’organizzazione nata con l’obiettivo di coinvolgere le persone a «indagare oltre i confini della scienza e applicare ragionamenti non convenzionali» e fondata dal cantante e chitarrista dei Blink 182 Tom DeLonge. Gli Usa poi avevano ammesso di aver finanziato, tra il 2007 e il 2012, un programma di ricerca segreto da svariati milioni di dollari per investigare su questi fenomeni. Era stato aperto dal senatore Reid e in seguito chiuso poi perché c’erano altre priorità, come aveva sottolineato il Pentagono.

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