
La storia dell’amore clandestino fra la modella e attrice e il pilota: «L’ho amato profondamente, lui è il mio unico rimpianto».
Lui, Ayrton Senna, era l’idolo degli appassionati di Formula 1. Lei, Carol Alt, modella e attrice dagli occhi di ghiaccio, incantava il mondo. Si sono amati, lontano dai riflettori. Si sono amati fino al giorno di quel tragico schianto a Imola.

«L’ho amato profondamente»
«Il giorno della sua morte decisi di lasciare mio marito»
«Ricordo una fuga notturna, nelle campagne di Novara, sulla sua Ferrari – racconta ancora – A un certo punto Ayrton si gira verso di me e fa: Carol, è finita la benzina. E io: ma sei serio? Dove lo troviamo un distributore adesso? Per miracolo, in mezzo al nulla, apparve questa stazione di servizio. E ricordo Ayrton scendere dall’auto e iniziare ad armeggiare con la pompa. Finché a un certo punto mi bussa al finestrino e dice: Carol, hai idea di come diavolo funzioni? Per fortuna si fermò un’auto e ci salvò: la scena di questa madre di famiglia che aiuta Senna a fare rifornimento, non la dimenticherò mai». Ayrton e Carol si sono amati per quattro anni, seppur in modo clandestino, e si amavano anche quel giorno, quello dello schianto a Imola, quello che ha spezzato i loro sogni e la vita di Senna. «Il giorno della sua morte decisi di lasciare mio marito» svela oggi lei.

«Ayrton è il mio unico rimpianto»
Carol il giorno successivo avrebbe dovuto ricevere proprio dalle mani del pilota il Telegatto, a Milano. «So dove ero nel momento dell’incidente, cosa stavo facendo. E che mi crollò il mondo addosso.- spiega a «Il Fatto Quotidiano» – Poi il giorno dopo sarebbe accaduta una cosa che per me sarebbe stata speciale, avrei ricevuto il Telegatto a Milano e a consegnarlo doveva essere lui. Purtroppo non arrivò mai. Non ricordo chi fece la premiazione, ma per me è uno dei momenti più dolorosi della vita. Ho ricevuto il premio, Ayrton che doveva portarlo sul palco non c’era più. Quel giorno la mia vita ha preso un’altra direzione. Piango ancora oggi. È una mancanza enorme, se ne andò una parte di me». Un dolore che non da quel primo maggio non è mai svanito: «Ayrton è il mio unico rimpianto, mi manca ogni giorno».