di Carla Ronchi

Chi segue il gossip avrà sentito di tanto in tanto l’espressione «toy boy». Anche se non l’hanno certo inventata loro, ha iniziato ad avere una più ampia diffusione durante la relazione tra Demi Moore e Ashton Kutcher, che è durata dal 2005 al 2011. Lui ha perfino girato – in quegli anni, nello specifico nel 2009 – un film dal titolo Toy Boy, in cui interpreta un giovane “mantenuto” da donne più mature, finché non si innamora. Naturalmente la pellicola è molto stereotipata, perché davanti a questa espressione ci sono i nostri preconcetti e i retaggi della società, ma dietro c’è qualcos’altro: l’amore, appunto.

Toy boy, significato dell’espressione

Toy boy significa letteralmente ragazzo-giocattolo e indica appunto un uomo più giovane che ha una relazione con una donna matura. L’espressione è ampiamente offensiva – per l’uomo certo, ma anche per la donna, l’altra metà della relazione. Esattamente come cougar, milf o gilf, toy boy è un termine nato per essere dispregiativo, per ridurre a un’etichetta qualcosa che dovrebbe essere imperscrutabile, ossia un qualunque rapporto di coppia. Che si parli di personaggi noti o di persone incontrate per la strada, gli stereotipi si moltiplicano e sono come sempre molto offensivi. Qui di seguito ne elenchiamo alcuni tra i più diffusi.

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Gli stereotipi sui toy boy
- Lui non la ama, sta con lei solo per i soldi
Non è una consolazione che questo insulto coinvolga entrambi i sessi. Sia le donne che gli uomini maturi che stanno con una persona più giovane divengono il ricettacolo di pregiudizi del genere. Tuttavia per gli uomini c’è talvolta la sospensione di questo pregiudizio, perché è ormai diventato quasi un fatto assodato (ma non sempre): tutto ha a che vedere con lo stereotipo delle donne che invecchiano dopo i 40, mentre gli uomini entrano nel loro periodo “fascinoso”. In altre parole, chi è brizzolato si può permettere questo e altro secondo il senso comune, ma solo se è dotato di un pene.
- Se ne renderà conto tra qualche anno quando lui guarderà quelle più giovani
Secondo questo pregiudizio, si dà invece per scontato che il rapporto in questione sia effimero. Come se in una relazione non contino amore, affetto, tenerezza, rispetto, stima. Come sia basato tutto interamente sul sesso. È il vecchio stereotipo della cosiddetta “nave scuola”: nella mentalità comune, gli uomini giovani usano le donne mature come palestra sessuale.
- Potrebbe essere sua nonna
Questo stereotipo è analogo all’«è troppo bello per lei» che qualcuna di noi si sarà sentita dire più di una volta, indipendentemente dall’età del proprio partner. Dovremmo capire che le persone non si mettono insieme per la bellezza – che è effimera – per i soldi o per altre questioni di interesse. Oddio, a qualcuno può anche capitare di basare la propria scelta sulla superficialità, ma anche in questi casi forse dovremmo solo utilizzare un criterio di discrezione. Tutte siamo vittime, a turno, di stereotipi e retaggi tra i più vari. Ma può partire da noi l’idea di interrompere la catena.
Toy boy, perché no? (Ma non chiamiamoli così)
In altre parole: se incontriamo un uomo più giovane, lui ci piace, noi piacciamo a lui, scatta l’intesa sessuale e magari anche i sentimenti, perché non dovremmo iniziare a frequentarlo e magari avviare una relazione? Perché lo dice una società fondamentalmente maschilista?
Al di là del fatto che l’età non è indicativa delle cose che si possono avere in comune – ci sono tante passioni e passatempi che si possono condividere tra persone anagraficamente diverse, dalla cultura allo sport, dai viaggi alla buona cucina e così via. Ci sono uomini giovani avventurosi e altri più riflessivi, per cui l’importante è andare d’accordo e amarsi, il resto non conta. Esattamente come è accaduto alle celebrità – molte delle quali italiane, come Fiorella Mannoia o Monica Vitti – che mostriamo in questa gallery.
Chiaramente non vogliamo dire che ogni relazione del genere si basi su amore sincero e disinteresse economico (come del resto non potremmo dirlo di nessuna relazione). Quello che vogliamo però ribadire è che è scorretto etichettare qualsiasi relazione che non sia la nostra in base a stereotipi preconfezionati, perché da un lato non possiamo conoscere davvero le intimità altrui e dall’altro lato non sono in nessun modo affari nostri.