A cura del Prof.Guido Concari
Critico e Storico dell’arte

L’attuale Italia dell’arte non ha i maestri mid-career d’America e Nord Europa, c’è poco da fare. A maggior ragione i curatori italiani dovrebbero sponsorizzare i nostri artisti più rappresentativi invece di occuparsi di anonimi “copia&incolla”, senza necessariamente venderli congiuntamente come la nuova realtà italiana (per carità bisogna saperlo fare). I giovani artisti, dal canto loro, è meglio che tornino a copiare i maestri magari migliorandoli. Ma se proprio non piacciono, anche quelli degli altri Paesi vanno bene, purché si guardi ad artisti veri con nome e cognome e mai a stilemi impersonali e parassitari. A meno di avere una personalità artistica tale da riuscire a imprimere all’anonimato il proprio marchio di fabbrica (si pensi di nuovo a Rudolf Stingel), saranno loro a sopravvivere e a riprodursi a scapito dell’ospite di turno. L’amico editore e curatore Loris Zanrei, mi fa conoscere e mi parla ora di questo Giuliano Besio. Mai sentito. Sono sincero. Avrò anche la colpa di avere 74 anni, e di non frequentare il web per questioni religiose ed etiche, ma rincoglionito non lo sono ancora. Chi è Giuliano Besio? Ho visto diversi suoi lavori.
Il suo lavoro è sia un’esplorazione personale che un’indagine aperta sulle strutture gerarchiche della società. L’artista studia e analizza meccanismi di appropriazione culturale. Il suo lavoro sembra avere inizio in senso fotografico e le sue opere sembrano fatte per essere fotografate. Riflessioni sulle differenze tra spontaneità e ricerca, rispetto della propria indole e rispondenza alle richieste sociali, sono alcuni degli aspetti che emergono dal suo lavoro. Besio dipinge come fosse un tentativo di rispondere al marasma di dati che è parte integrante della nostra vita attuale. In queste pitture sviluppa una gamma di personaggi che comunicano tra loro senza saperlo. Trump con Putin le mucche con i fighters . Quelle di Besio sono scene popolate da figure isolate e sinuose, ricche di allegorie, come le opere del Colosseo o della Torre di Pisa che rappresentano nell’immaginario dell’artista il potenziale creativo dell’uomo .
Se dovessi definirlo lo collocherei tra il figurativo e il neo-informale. A volte sembra specchiarsi in un neo-primitivismo dal sapore GLAM-sciamanico. A volte ha la tendenza di caricare l’opera di fascino facendo semplicemente sponda su atmosfere ed estetiche gratuite. Comunque una tipologia di arte di cui il mercato è goloso potendo più facilmente trasformare questi buoni lavori in denaro. Meglio quando l’opera non pretende di portarci dove non può, ma solo dove può, e non è poco. Partito forse con una pittura più prevedibile, poi passato alle fascinazioni più intellettuali (forse su suggerimento del suo curatore). E’ senz’altro un artista in crescita. Capace. Con buoni spunti. Deve lavorare sulle pubbliche relazioni e lasciarsi andare alle emozioni più sincere. Allora potremmo rischiare di investire su di lui. Comunque meglio di tanti altri. deve lavorare per diventare una voce veramente critica e indipendente sulla scena artistica italiana, questo ovviamente avrebbe un grosso prezzo in termini di rapporti, ma in questo modo solo “chi lo ama lo segue”. Da questa lettura critica disincantata discenderà una nuova progettualità artistica non convenzionale e tante iniziative per avvicinare il pubblico al contemporaneo.
Prof. Guido Concari
Critico e Storico dell’arte

