Arizona Muse, top model e attivista. Bellissima e iconica e’ la nostra cover girl di Aprile (intervista)

Arizona Muse

Sui figli, i social network e il futuro della moda

arizona muse

Un giro di chiave, la porta si apre e Arizona Muse sbuca con la testa dal corridoio. Batte tre volte i piedi sul pavimento mentre nell’altra stanza c’è sua figlia Cy, che gattona sul tappeto insieme alla tata. Immediatamente sposta lo sguardo verso di noi: quel suono è il loro segnale.

La bambina sorride e lei corre a prenderla in braccio. Cy si gira, guardandomi incuriosita. Arizona Muse me la affida mentre prepara un tè nero. Glielo lascio scegliere dichiarando di apprezzare tutti i generi di tè, ma la verità è che non me ne intendo.

In ogni angolo della casa, dove la top model vive con la famiglia, c’è una pianta e il verde entra anche dalle grandi finestre alle spalle del divano, su cui ci accomodiamo. È Hyde Park con i suoi alberi centenari, le sdraio a strisce e il Serpentine, dove nuotano cigni e anatre.

La tata esce per andare a prendere Nikko a scuola, l’altro figlio di 10 anni, in un lunedì scandito dalla routine familiare. Arizona Muse non è solo una top model, ma anche un’attivista per la sostenibilità. Bellissima e autentica, con in braccio sua figlia. E lo sguardo si accende, potente, mentre parla di inquinamento.

(Foto in alto: Gareth Cattermole/BFC/Getty Images)

Hai deciso di occuparti di ecologia, quando eri già una modella affermata. Che cosa ti ha spinta a farti avanti?

È successo quasi cinque anni fa. Dopo aver lavorato nel mondo della moda, mi sono improvvisamente accorta di quanto fossi circondata dallo spreco. Di materie e di risorse umane. Non sapevo di che cosa fossero fatti gli abiti che indossavo. Non avevo idea di come venissero realizzati e dei relativi processi chimici.

Cambiare non è stato difficile. Essere un’attivista 30 anni fa era molto più complicato, nessuno voleva sentire brutte notizie. Ora il global warming è un argomento quotidiano. La stampa ne scrive e le aziende si stanno rinnovando. I consumatori finalmente si adeguano. Mi sento fortunata di vivere in questo periodo.

Pensi di spiegarlo ai tuoi figli?

Nikko ha 10 anni e amo raccontargli ciò che sto facendo, dove sta andando il mondo. È informatissimo. Lui, a dire la verità, mi ha ispirato l’interesse per la natura, è un vero esperto. Il suo approccio è autentico, è un bambino che ama vivere all’aperto.

Quando aveva 3 anni, voleva che gli leggessi un noiosissimo manuale di campeggio invece delle favole. A me – una ragazza di città a cui piacciono i pavimenti puliti! – ha fatto scoprire la bellezza della vita in campagna, che è una soluzione per il cambiamento climatico.

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MILANO, 22 SETTEMBRE 2019: ARIZONA MUSE AI GREEN CARPET FASHION AWARDS. FOTO DI DAVID M. BENETT/DAVE BENETT/GETTY IMAGES FOR ECO-AGE LTD

Attraverso i tuoi bambini vivrai due diverse generazioni di sostenibilità…

Credo che mio figlio faccia parte di un’epoca in cui i genitori non sono stati capaci di capire al 100 per cento gli effetti della tecnologia. Per Cy sarà diverso. Ho avuto una madre molto attenta, è una psicologa, e all’nizio non le credevo, ma oggi capisco che le sue preoccupazioni erano corrette. Gli schermi, che fissiamo tutto il giorno, possono essere tossici.

Gli smartphone e i tablet funzionano esattamente come una droga, creano assuefazione. I bambini, quando togli loro il telefonino, mostrano gli stessi sintomi di dipendenza dei drogati. È nostro dovere riportare l’attenzione al dialogo, per esempio, mentre si è seduti a tavola.

In che modo vivi i social media?

Lo ammetto, non sono una persona da social, e per il mio lavoro non è un’ottima cosa. Una settimana fa ho pensato: “Non ho postato nulla da giorni!”. Non è un tipo di attività che sento mia.

La creatività che ruolo ha nel nostro futuro?

Sto ascoltando l’audiobook The Nature Fix di Florence Williams. Racconta gli effetti positivi della vita a contatto con la natura e di come questo legame alimenti visionarietà e produttività.

Oggi siamo tutti esseri da “indoor” e questo ha un impatto negativo su di noi. L’ansia non era così prepotentemente comune 40 anni fa. La parola “stress” è diventata di uso quotidiano.

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ARIZONA MUSE ARRIVA AI FASHION AWARDS 2019, TENUTISI IL 2 DICEMBRE A LONDRA. FOTO DI GARETH CATTERMOLE/BFC/GETTY IMAGES

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