
Decine di appassionati della sottocultura made in Italy si sono ritrovati in centro indossando capi e accessori d’epoca
A tutti è sicuramente capitato di entrare in un negozio vintage e imbattersi in Piumini Moncler o Timberland vissute o stivali Durango, ma ci si è mai chiesti di quale moda hanno fatto parte?! La miglior risposta è la prima strofa della canzone L’ultimo dei Paninari di Ando Bass: “Sono un paninaro vengo da un’altra era. Quando non c’era facebook e l’amicizia era sincera. Eravamo razza urbana, una sorta di eroi, con le cinture El Charro sembravamo cowboy. Oggi gli ex adolescenti hanno ricordato i pranzi al Burghy, le incursioni nei negozi a caccia di capi griffati, i pomeriggi in discoteca. Oggi sono cinquantenni e lavoratori, molti padri di famiglia. Qualcuno ha passato il testimone ai figli: paninari in erba che proseguono la tradizione con i vestiti di papà. Grandi e piccoli sono inconfondibili con addosso bomber, piumini Moncler o giacche Schott, maglie Stone Island, Felpe Best-Company, jeans Levi’s stretti in vita con cinture El Charro, calze Burlington con i mitici rombi, scarpe Timberland, zaini Invicta e Naj Oleari per «le preppy» e occhiali Ray-Ban. Ogni indumento e accessorio è mostrato con orgoglio, come più di 35 anni fa.
“Ma noi, di essere paninari, non abbiamo mai smesso», assicurano. «A legarci non è la febbre per il marchio ma la voglia di stare insieme. L’oggetto non ci equipara a una massa ma ha un significato, e al centro c’è la personalizzazione più che il consumismo».
Foto di gruppo per i paninari milanesi in piazza Liberty
P U B B L I C I T A’

Una mascherina decorata con il titolo di un pezzo dei Duran Duran, gruppo di culto dell’epoca
Un Jolly della Invicta, zaino che ha accompagnata le giornate a scuola di milioni di italiani
Non mancano i tatuaggi ispirati a grafiche e slogan del periodo
Una passione che si trasmette di generazione in generazione
Milano è stata la “capitale dei paninari”: qui lo zoccolo duro dell’unica sottocultura interamente made in Italy
Alcuni partecipanti hanno raggiunto il centro di Milano sulle loro motociclette
Piazza Liberty, nella geografia della Milano giovane anni ’80, era la “tana” dei paninari
La cintura del Charro, oggetto del desiderio per migliaia di giovani negli anni ’80
Una “sfitinzia”: così venivano chiamate le paninare
Scatto di gruppo: obiettivo sulle scarpe, altro accessorio irrinunciabile per i paninari
Il Paperino arrabbiato: un altro dei simboli dell’epoca
C’è anche chi, al posto della moto, ha scelto di raggiungere piazza Liberty in scooter, ovviamente d’epoca
I colori accesi sono una cifra del look paninaro
Di padre in figlio: la passione per la moda non tramonta
Stone Island, marchio anni ’80 che non è mai passato di moda
Un giovane paninaro mostra il suo zaino decorato con scritte e toppe
“La mia moto”: il titolo di una canzone di Jovanotti negli anni ’80 che strizzava l’occhio anche ai paninari
I Pet Shop Boys, gruppo inglese degli anni ’80, intitolarono un loro brano “Paninaro”. Il video fu girato a Milano