Un’immagine ha acceso la fantasia degli appassionati di fantascienza. Ma è quel che sembra? Intanto da Marte arrivano nuovi dati inediti sulla presenza di acqua e sui terremoti
di Redazione

La porta su Marte
Non è la prima volta che accade con immagini scattate su Marte, ma stavolta la foto ha solleticato più del solito la fantasia degli appassionati di astronomia, di fantascienza ma anche i soliti complottisti. Il rover Curiosity della Nasa pochi giorni fa, il 7 maggio, ha infatti scattato dalla sua Mastcam (Mast Camera) una foto della superficie del pianeta rosso, nella zona del monte Sharp, in cui sembra comparire un’apertura rettangolare. Sembra proprio una porta, scavata da mani umani (mani non umane, in questo caso) , che pare condurre verso un sottoraneo. Per i fantasiosi teorici della cospirazione una prova del fatto che su Marte esiste una civiltà aliena, che non vediamo perché vive in ambiente sotterranei, celati ai nostri strumenti.

Non aprite quella porta (che non è una porta)
In realtà, l’immagine potrebbe ingannare. Un portavoce del Jet propulsion laboratory della Nasa ha scritto a Snopes.com, sito di fact-checking, spiegando che si tratta di uno «scatto molto, molto, molto zoomato di una piccola fessura in una roccia». Non una porta quindi, ma una frattura lineare nelle rocce marziani grande pochi centimetri. Le dimensioni reali infatti non sono quelle di un accesso a un stanza, ma di una fessura grande circa 30 x 45 centimetri. «Ci sono fratture lineari in tutto questo affioramento, e questo è un luogo in cui se ne intersecano diverse» ha detto il portavoce. «È solo lo spazio tra due fratture in una roccia», ha detto Ashwin Vasavada, scienziato del progetto nel Mars Science Laboratory, al sito Gizmodo. «Abbiamo attraversato un’area che si è formata da antiche dune di sabbia» ha agguint, spiegando che queste dune si sono indurite nel tempo, creando gli affioramenti di arenaria in cui sta passando il rover Curiosity. Nel tempo, l’arenaria è stata sottoposta a una pressione variabile, che ha causato la creazione di crepacci e fratture. «Le fratture che vediamo in quest’area sono di solito verticali» ha spiegato ancora Vasavada. Quanto alla “porta” «penso che sia dovuta a due fratture verticali, con il pezzo centrale che è scomparso; oppure a un’unica frattura verticale in cui nel tempo i blocchi si sono allontanati» ha detto lo scienziato.

Fiori e altro su Marte
Il rover Curiosity è atterrato nell’agosto 2012 nel cratere Gale. Da allora ha percorso su Marte più di 27 chilometri, in oltre 3.400 giorni marziani o «sol» (la foto della porta è stata catturata nel 3.466esimo «sol»). Come dicevamo, non è la prima volta che circolano immagini che sorprendenti similitudini con oggetti ben noti a noi terrestri. L’ultima volta è accaduto lo scorso marzo, quando si è parlato del cosiddetto «fiore di Marte» (in verità una formazione rocciosa). In passato, il caso più noto è stato quello del volto gigante, il cui «mistero» è stato risolto nel 2006. Ma gli scatti curiosi e sorprendenti sono stati tanti: eccoli riassunti in questo articolo, con tutte le foto.
Acqua su Marte
Porta o non porta, la conoscenza di Marte avanza, grazie alle diverse missioni in corso. Sempre negli stessi giorni in cui in rete si discuteva della porta marziana, gli scienziati cinesi hanno scoperto nuove prove relative alla presenza di acqua su Marte in passato e di minerali idratati sul pianeta rosso, potenzialmente sfruttabili nel corso delle prossime missioni marziane con equipaggio. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista «Science Advances» e ha rivelato che un grande bacino su Marte, causato dall’impatto di un corpo celeste, conteneva acqua allo stato liquido durante l’epoca amazzonica, ovvero la più recente era geologica del pianeta. I risultati contribuiscono a un crescente numero di segnali rivelatori che suggeriscono che le attività di acqua allo stato liquido su Marte potrebbero essere durate molto più a lungo di quanto si pensasse.
P U B B L I C I T A’

Lo studio ha inoltre indicato che sul pianeta sono attualmente presenti riserve idriche significative sotto forma di minerali idrati e verosimilmente di suolo ghiacciato. I ricercatori, guidati dalla squadra del National Space Science Center della Chinese Academy of Sciences, hanno utilizzato i dati raccolti dal rover marziano cinese Zhurong sulle caratteristiche sedimentarie e minerarie dell’Utopia Planitia meridionale, una vasta pianura nell’emisfero settentrionale del pianeta rosso.
Terremoto marziano
La sonda Insight della Nasa ha invece rilevato il sisma più forte mai registrato su un pianeta diverso dalla Terra: rilevato su Marte lo scorso 4 maggio, ha raggiunto magnitudo 5, strappando il primato alla scossa di magnitudo 4.2 registrata sempre su Marte il 25 agosto 2021. Si allunga così la lista dei terremoti (oltre 1.300) catalogati da Insight nei tre anni e mezzo di permanenza nella regione Elysium Planitia per scoprire nuove informazioni sulla struttura interna del Pianeta Rosso. La missione, entrata nel vivo nel novembre 2018 con la discesa del lander sulla superficie del pianeta, aveva una durata prevista di due anni che poi è stata estesa dall’agenzia spaziale statunitense fino a dicembre 2022. Ora, però, la polvere accumulata sui pannelli solari del lander sta compromettendo il caricamento delle batterie: se non verrà spazzata via da qualche vento marziano, è possibile che la missione si concluda in anticipo. Il prossimo 17 maggio la Nasa terrà una conferenza stampa per fare il punto della situazione.
Nel frattempo i suoi tecnici stanno continuando ad analizzare i dati dell’ultimo terremoto da record. Sebbene una scossa di magnitudo 5 sulla Terra sia considerata di media entità, su Marte sfiora quasi il valore massimo che gli scienziati si aspettavano di osservare durante la missione di Insight. Dopo aver effettuato una prima stima del terremoto, gli esperti stanno approfondendo le loro indagini per definire meglio alcuni dettagli come la localizzazione e il meccanismo all’origine della scossa.