
Il secondo regno di Allegri alla Juve è un incubo. Non c’è stato un vertice con la dirigenza, ma il gradimento del tecnico è ai minimi storici: solo il suo contratto ricchissimo lo mette al riparo dall’esonero.
P U B B L I C I T A’

Zero punti e zero gioco, ma adesso anche zero alibi. La Juve dopo la Salernitana è stata umiliata anche dal Benfica. Adesso e’ spalle al muro. Lo è soprattutto il suo allenatore. Il secondo regno di Massimiliano Allegri è una specie di incubo. Nel primo aveva vinto 5 scudetti e giocato due finali di Champions League. Adesso è il vuoto pneumatico e soltanto il suo contratto ricchissimo, quasi 9 milioni con i bonus, lo mette al riparo dall’esonero. Una situazione che non può durare in eterno. Serve un cambio di passo, immediato. Le assenze, tante e pesanti, non valgono più come alibi. Max ha la squadra che ha chiesto e l’involuzione di Vlahovic, mister 80 milioni, il centravanti che doveva garantire il salto di qualità, rappresenta una macchia che l’allenatore deve cancellare in fretta.

Il piano di Allegri era semplice: gestire l’emergenza sino a novembre, rimanendo nei quartieri alti della classifica e portando a casa, in qualche modo, la qualificazione agli ottavi della Champions e poi tentare lo sprint recuperando le sue stelle, Pogba e Chiesa, anche il miglior Di Maria. Allegri, sino adesso, ha centrato dieci qualificazioni su dieci agli ottavi. Soltanto Arsene Wenger, arrivato a quattordici, ha fatto meglio. Oggi però l’ingresso tra le magnifiche sedici d’Europa è a forte rischio e nella notte nera dello Stadium anche il tecnico ha dovuto prendere atto della amara realtà. «Non credevo che avremmo perso le prime due partite di Champions. Ora la situazione è complicata e parlare adesso è solo un inutile dispendio di energie. Bisogna stare zitti e lavorare».
Dopo la sconfitta, non c’è stato un vertice tra la dirigenza e Max. Allegri dice di non sentirsi in pericolo, ma in questi casi l’allenatore è l’ultimo a saperlo. Il super contratto lo incolla alla panchina della Juve, ma il suo gradimento è ai minimi storici. I tifosi della curva, alla fine della partita, lo hanno insultato e sui social ne chiedono l’esonero a gran voce.

Allegri ha una strada sola per salvare la baracca e uscire dall’incubo: vincere. A cominciare da Monza e poi dopo la sosta. «Il calcio ti dà sempre la possibilità di riscattarsi», dice alla fine ma chissà se ci crede. Forse tornare alla Juve non è stata una grande idea.