Marco Masini compie 58 anni: il successo, il ritiro, il grande ritorno. La carriera in otto tappe del cantautore toscano amatissimo dal pubblico italiano da 35 anni

Marco Masini

Nelle sue canzoni degli anni Novanta il disagio dei giovani. Accusato di «pessimismo» e oggetto di vergognose cattiverie, ha risposto con «Vaffanculo». A suon di musica e di grandi successi.

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Gli inizi

Nato a Firenze il 18 settembre 1964, Marco Masini eredita dalla famiglia della madre la passione per la musica, dimostrando sin dalla tenere età un certo talento nel suonare e comporre a orecchio. Durante il periodo del liceo ha fonda il gruppo musicale Errata Corrige. Autore di molti pezzi, incontra tuttavia delle difficoltà nel trovare una casa discografica che lo supporti. Grazie a Bob Rosati, arrangiatore e proprietario di uno studio a Sesto Fiorentino, Masini comincia a fare i primi provini: conosce Beppe Dati, compositore e poeta col quale realizza alcuni brani. Nel 1986 arriva l’incontro importante con Giancarlo Bigazzi (1940 – 2012); Masini collabora quindi alla realizzazione di colonne sonore («Mediterraneo», «Mery per sempre», «Ragazzi fuori»), è la voce guida di «Si può dare di più», portata a Sanremo dal trio Morandi, Ruggeri e Tozzi, e concertista dal vivo nella tournée di Tozzi alla Royal Albert Hall di Londra.

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Il successo e le prime difficoltà

Nel 1990 la svolta: Giancarlo Bigazzi decide di produrre Marco facendolo partecipare a Sanremo con «Disperato» che vince nella sezione «Giovani». Da qui la Ricordi pubblica il suo primo disco: «Marco Masini». Visto l’enorme successo, l’anno successivo Marco torna a Sanremo e conquista il 3° posto (dopo Riccardo Cocciante e Renato Zero) con «Perché lo fai», il cui singolo risulta essere il più venduto in assoluto in Italia e in Francia nel 1991. L’album che lo contiene si intitola «Malinconia». È con questo disco che il cantante vince il Festivalbar di quell’anno e supera il milione e mezzo di copie in Europa.

P U B B L I C I T A’

Assieme al successo arrivano tuttavia le prime difficoltà. A causa dei temi trattati nei primi due album, iniziano a circolare maldicenze sul cantautore toscano, alimentate dalla stampa: si dice (e si scrive) persino che Masini è uno iettatore e che le sue canzoni portano i giovani alla depressione quando non addirittura al suicidio. Come una sorta di risposta, nel 1993 Marco decide di pubblicare la canzone «Vaffanculo», che suscita polemiche e censure sia in televisione sia in radio. La canzone anticipa l’album «T’innamorerai», che supera in Europa il milione di copie. Polemiche e censure proseguono due anni dopo quando, nel gennaio del 1995, viene pubblicato l’album «Il cielo della Vergine»,che contiene in particolare le canzoni «Bella stronza» e «Principessa», dai testi molto forti ed espliciti.

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Masini medita il ritiro

Dopo la pubblicazione del primo «Best» («L’amore sia con te», 1996), nel 1998 Marco si distacca artisticamente da Bigazzi (in una recente intervista ha raccontato di «essersi impuntato senza dare retta al suo maestro») e pubblica l’album «Scimmie», esperimento discografico che si ispira al rock stile anni ’70. L’anno successivo Marco pubblica il singolo «Il giorno più banale», un augurio di Natale universale, a cui segue, l’album «Raccontami di te», presentato dall’omonima canzone al Festival di Sanremo del 2000. Il disco, come accadrà anche per il successivo («Uscita di sicurezza», 2001), non ha il successo sperato. Masini medita il ritiro.

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Le maldicenze

Il 17 aprile Masini annuncia il suo ritiro dalla carriera di cantautore, giustificandolo con quello che definisce un accanimento della critica, della censura e di alcuni personaggi dell’ambiente dello spettacolo che gli avrebbero a suo dire riservato un trattamento persecutorio, l’accusa è di portare jella, e perciò impedendogli di divulgare i suoi album attraverso i principali canali promozionali. Il 17 maggio, ospite di Adriano Celentano nel suo programma «125 milioni di caz..te», ribadisce le accuse in un’intervista per poi omaggiare Mia Martini, vittima anni prima delle stesse maldicenze, cantando «li uomini non cambiano». Contemporaneamente all’annuncio del suo ritiro, Masini muove causa contro la sua casa discografica, la BMG Ricordi, chiedendo la risoluzione del contratto per inadempimento grave e un risarcimento di due miliardi di lire, in particolare per non avere promosso adeguatamente gli ultimi tre album e per non aver tutelato lui come artista nei rapporti con i media. Le mancanze contestate, secondo Masini, avrebbero portato a una flessione delle vendite e al moltiplicarsi di maldicenze nei suoi confronti, costringendolo ad allontanarsi dalle scene.

Anni dopo dichiarerà: «Dissero che portavo sfortuna. Mi sentivo disarmato. Il motivo più buio fu il 2001 quando arrivò una lettera al mio manager da una tv in cui dicevano: “Ci dispiace, il pezzo è molto bello, ma il suo artista emana energie negative”, e così la mia casa discografica mi rese il contratto e mi disse: “Abbiamo difficoltà a fare promozione e non abbiamo più budget per i tuoi progetti”. Io non credo nella cattiveria della gente. Per Mia Martini partì per un problema a un palco, per me a causa delle canzoni: chi non viveva quel momento e si disinteressava di un disagio generazionale mi ha indicato come un cantante negativo perché esprimevo dei concetti negativi. Fare vittimismo, non serve, bisogna essere lucidi, freddi e capaci di dimostrare il contrario e io conosco una sola regola: scrivere canzoni. La cosa migliore quando succede qualcosa che ti mette in difficoltà è credere nel domani perché se oggi sei in difficoltà domani non lo sarà, l’importante è che tu sappia programmare il modo per sorprendere il domani che arriverà». 

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Il brutto anatroccolo è diventato cigno

Nel 2004 Masini si presenta, per la quarta volta, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo con la canzone «L’uomo volante». E vince, segnando il riscatto dopo diversi anni bui. Nel 2005 ritorna a Sanremo, questa volta con la canzone «Nel mondo dei sogni». Tra tour e nuovi album, nel 2008 presenta nei teatri italiani il suo spettacolo recitato, scritto assieme a Beppe Dati, dal titolo «Il brutto anatroccolo». Ispirandosi liberamente alla favola di Hans Christian Andersen, Masini ripercorse la propria vita, legando a ciascun momento i brani che meglio si sposavano col filo narrativo. Nel 2009 nuovo giro al Festival di Sanremo con la canzone «L’Italia», dove arriva in finale. Mentre prosegue ininterrotta la sua attività musicale, nel 2013 entra a fare parte del cast degli artisti in sfida nello «Speciale Canzonissima» della trasmissione «I migliori anni» su Rai 1, di cui vince la finale con un’interpretazione di «Cosa resterà degli anni ‘80» di Raf.

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Il legame fortissimo con la madre

Nel 2015 partecipa al Festival di Sanremo col brano «Che giorno è», piazzandosi al 6º posto. È l’anno in cui festeggia i 25 anni di carriera, che celebra pubblicando sotto l’etichetta Sony Music «Cronologia». Sale nuovamente sul palco dell’Ariston nel 2017 col brano «Spostato di un secondo», giungendo in finale e piazzandosi al tredicesimo posto. A proposito di questa canzone, rivelerà in una intervista concessa al settimanale “Vanity Fair“ «Se potessi vivere come canto nella mia canzone al Festival di Sanremo, “Spostato di un secondo”, tornerei al 1984, al momento prima che mia madre morisse. Così potrei vederla. Allora non feci in tempo. È l’unica cosa per la quale vorrei avere un secondo in più». Anna Maria, la madre di Masini, 38 anni fa se ne andò per un tumore, il cantante aveva appena vent’anni, era in servizio militare, stava per rientrare. Ma per poche ore non riuscì a salutarla un’ultima volta. A lei, nel 2009, ha dedicato anche «Lontano dai tuoi angeli», in cui la ringraziava per il successo: «Ma devo a te questa fortuna, a te che abiti la luna…».

Anche nell’ultima intervista al Corriere della Sera racconterà che il ricordo a cui si aggrappa di più nel momento del bisogno è «Mia madre, che ho perso da giovane. Mi aggrappo a lei come sostegno spirituale, come fosse un angelo custode, in senso figurato, laico. Anche se ho una visione della vita tra l’ateo e l’agnostico credo molto nello “spirito”, a un qualcosa a cui fare riferimento. Quello di mia madre è un ricordo bellissimo: prendo dalla mia infanzia e dall’adolescenza una forza e un coraggio che altrimenti alla mia età potrei perdere. Da incosciente e inconsapevole delle cose della vita, la mia spregiudicatezza mi faceva vincere molte sfide e ottenere molti obiettivi che altrimenti, con maggiore saggezza, non avrei raggiunto. Penso a mia madre nei momenti importanti, come la prima volta a Sanremo nel 1990».

La tv e la raccolta di 30 anni di successi

A febbraio 2018 partecipa al Festival di Sanremo, durante la serata dei duetti, per la reinterpretazione di «Ognuno ha il suo racconto», brano in gara interpretato da Red Canzian. Nello stesso mese veste i panni del giurato nella prima edizione del talent di Rai 1 «Sanremo Young», condotto da Antonella Clerici. Nel giugno dello stesso anno è giurato e coach nella prima edizione di «Ora o mai più» su Rai 1, condotto da Amadeus, dove conquista il primo posto con Lisa. Sul palco dell’Ariston torna due anni dopo con la canzone «Il confronto», che si classifica 15esima. Il 7 febbraio 2020 esce la raccolta «Masini+1 30th Anniversary», che esordisce al primo posto degli album in vinile più venduti della settimana.

Il cantante, attualmente impegnato nel tour «T’innamorerai di noi», ha annunciato l’uscita, il 20 ottobre, di «Live At Teatro della Pergola», uno speciale Box Limited Edition, con la registrazione del concerto acustico tenutosi il 9 maggio 2021 in diretta streaming dal Teatro della Pergola di Firenze. «Amo la musica da 54 anni — ha ricordato il cantante —. Il mio è il mestiere più bello del mondo: mi fa sentire sempre giovane».

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