Ultimo tango in Qatar per Lionel Messi. Una finale per diventare leggenda

di Redazione

La leggenda di Messi

Agli esordi Messi non era ancora il fenomeno assoluto che conosciamo oggi, ma un talento pronto ad esplodere dopo aver preso l’eredità della numero 10 lasciata da Ronaldinho. La Pulce in quella stagione lasciò le briciole agli avversari sia a livello personale che di club. Il Barcellona guidato dal tecnico Pep Guardiola conquistò il triplete e diede inizio ad un ciclo di tanti successi e di dominio assoluto. Messi in quella stagione mise a segno 23 gol in campionato (38 in stagione) ma come da tradizione, il vincitore del premio assegnato da France Football deve fare la differenza in Champions League. Il percorso del Barcellona che vantava a centrocampo l’iconico duo di centrocampo formato da Xavi e Inietta iniziò addirittura dai preliminari di Champions per finire a Roma in finale contro il Manchester United di Cristiano Ronaldo.

Proprio contro il rivale di sempre che aveva vinto il premio l’anno prima e con cui si è confrontato per più di dieci anni. Quella finale nella “città eterna” ci ha consegnato una delle immagini più iconiche della storia recente di questo sport. Si pensa che chi ha una bassa statura abbia molte difficoltà nel fare gol di testa ma Messi non è come tutti gli altri. Il gol di testa a Van der Sar, non l’ultimo arrivato, è qualcosa di magnifico e sembra proprio che la Pulce stia volando. La corsa verso la bandierina con la scarpa in mano e il traguardo per una Champions League lì ad un passo. Quella sera non ha avuto inizio soltanto la leggenda di Messi, ma anche quella di Pep Guardiola.

Una carriera piena di successi

Dopo una stagione del genere, il vincitore del Pallone d’Oro non può che essere il 10 blaugranama lo fa in un modo unico. Le votazioni a favore dell’argentino sono ben 473, più del doppio di Cristiano Ronaldo (233) arrivato secondo e passato al Real Madrid come l’uomo più pagato nella storia del calcio fino a quel momento. Messi ha cambiato la storia del calcio e quella stagione è ricordata da tutti come l’inizio della leggenda. Il ragazzino argentino di Rosario, che aveva esordito con il numero 30 e i capelli lunghi, è diventato il fenomeno che tutti si aspettavano e le sue parole dopo aver ricevuto il premio fanno capire che questi 12 anni non se li immaginava così: “Anche se non sarà facile ripetere un’annata come questa, mi auguro di poter trionfare ancora in futuro“.

Messi e la finale del destino: l’ultima con l’Argentina a un Mondiale. I record di Lionel

P U B B L I C I T A’

Lo ha annunciato l’ex Barcellona dopo la vittoria sulla Croazia: “Finire così è il massimo”

La finale di domenica sarà l’ultimo match di Lionel Messi con la maglia dell’Argentina in un Mondiale. “Se domenica sarà la mia ultima partita a un Mondiale? Sicuramente sì. Ci sono molti anni davanti e non credo che ci sarà l’opportunità. E finire così è il massimo”, le parole del numero 10 dell’Albiceleste dopo la vittoria ai danni della Croazia alla quale ha contribuito con un gol su rigore e l’assist per il definitivo 3-0 di Julian Alvarez.

Nuovi record

Il suo percorso iridato con la Seleccion è cominciato in Germania il 16 giugno 2006, in occasione della partita contro la Serbia. Da allora, la Pulce ha disputato in tutto cinque Mondiali, sfiorando il successo finale otto anni fa, quando in Brasile fu la Germania ai supplementari a infrangere il sogno della Nazionale argentina di riportare in patria quella Coppa cha manca dal 1986. In Qatar, Messi si sta rendendo assoluto protagonista: sono cinque le reti fino a questo momento (primo over 35 a segnare così tanto in una singola edizione), lo stesso bottino di Kylian Mbappé. Con quello rifilato alla Croazia, l’ex Barcellona è diventato il miglior marcatore del suo paese in un Mondiale (11 sigilli, uno in più di Gabriel Omar Batistuta). Non solo, perché il classe ’87 ha timbrato il cartellino agli ottavi, ai quarti e in semifinale, come solo in cinque prima di lui avevano saputo fare: Schillaci nel ’90, Baggio e Stoichkovnel ’94, Suker nel ’98 e Sneijder nel 2010.

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