a cura di Cristina Baldini

Roberto Cavalli, a 82 anni, è diventato nuovamente padre. E’ nato da pochi giorni il figlio Giorgio. La madre e’ la compagna del famoso stilista ex playmate e donna più bella di Svezia, Sandra Nilsson. Tra i due c’è una differenza di età di 45 anni. Sandra Nilsson, nata il 17 febbraio 1985 in Svezia, ha iniziato a lavorare molto presto nel campo della moda. Il titolo più prestigioso arriva nel 2006: è la donna più bella di Svezia. Nel 2008 è la playmate del mese per la celebre rivista Playboy. La coppia è insieme da molto tempo, almeno dal 2014.

Cavalli ha cinque figli da precedenti relazioni: Tommaso e Cristiana dal suo primo matrimonio, e Robert, Rachele e Daniele, dalle seconde nozze.

LA BIOGRAFIA
Cavalli ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze, specializzandosi in applicazioni tessili della pittura. Già nei primi anni settanta comincia a creare patchwork di materiali e colori. I primi a interessarsi ai suoi lavori sono Hermes e Pierre Cardin. La sua prima collezione la presenta al Salon du Prêt-à-Porter di Parigi. Negli anni successivi porta le sue collezioni sulle passerelle della Sala Bianca e di Milano Collezioni fino a quando apre la sua prima boutique a Saint-Tropez, nel 1972.
ROBERTO CAVALLI: FIGLI, NOZZE E TESTIMONIAL
Sono moltissime le personalità note che hanno deciso di fare da testimonial per Roberto Cavalli. Tra le tante Rita ora, Laetitia Casta, Karen Elson, ecc. Per la sua carriera fiorente, nel 2013, ha anche ricevuto una laurea honoris causa in Fashion Management dalla Domus Academy di Milano.

Quando Roberto parla di se stesso confessa di piangere con una certa frequenza, di commuoversi facilmente quando la gente lo ferma per strada riconoscendogli un ruolo nel panorama della moda mondiale che è ancora suo nonostante non sia più in attività da qualche anno.
Dice che le sue lacrime sono dovute solo alla gioia e mai alla malinconia ma certamente sarà memore del fatto che nella metà degli anni 2000, dopo 40 anni di attività, la sua casa di moda ha cominciato a dare le prime avvisaglie di una crisi che si è conclusa con la cessione del 90% della proprietà al fondo Clessidra. “Non avrei mai voluto farlo ma ho dovuto” ammette con rammarico e ricorda gli anni in cui nell’azienda ha cominciato a “far entrare persone sbagliate, collaborazioni che hanno sciupato tutto”.