All’origine del mito, la vita di Tina Turner: dalle violenze del primo marito alla tragica morte dei figli

a cura di redazione

L’incredibile vita di Tina Turner: dalle violenze del primo marito alla tragica morte dei figli

Tina Turner, la regina del rock, è stata una figura iconica la cui vita personale ha navigato attraverso una serie di tempeste, mostrando una forza straordinaria e una resistenza indomita. Nata Anna Mae Bullock, ha fatto il suo debutto nel mondo della musica come Little Ann all’età di 17 anni. Il destino l’ha fatta incrociare con il musicista Ike Turner, dando vita a un duplice legame di collaborazione artistica e di amore. All’epoca, Tina era già madre di Craig, figlio nato da un precedente rapporto con il sassofonista Raymond Hill. Dopo il matrimonio con Ike nel 1962, Tina diede alla luce il suo secondo figlio, RonnieIke adotta Craig, e insieme decidono di accogliere altri due ragazzi, Ike Junior e Michael, nella loro famiglia.

Tina Turner vita: dalle violenze del primo marito alla tragica morte dei figli

Durante gli anni Sessanta, Tina e Ike diventano una delle coppie più in vista nel panorama musicale rock. Ma dietro le luci della ribalta, la vita matrimoniale di Tina è un inferno. Soffre di abusi fisici e psicologici a causa dell’alcolismo e della dipendenza da droghe di Ike. In un resoconto sincero e angosciante nella sua biografia My Love Story del 2018, Tina ha raccontato dei maltrattamenti ricevuti dal marito, dettagliando episodi che includono ustioni di terzo grado causate da caffè bollente e la minaccia costante di violenza fisica. Raggiunge un punto tale da spingerla a tentare il suicidio.

Tina Turner marito: nel 1976 decide di ricominciare da capo

Miracolosamente, trova la forza di resistere e decide di mettersi alle spalle il suo matrimonio e tutte le sofferenze che ne sono conseguite. Nel 1976, dopo un episodio di violenza particolarmente brutale da parte di Ike, Tina prende la decisione coraggiosa di lasciarlo. Con soli 36 centesimi nel portafoglio, inizia una nuova vita, dimostrando un notevole spirito di resilienza. Inizia a esibirsi in bar e locali di periferia, ricostruisce la sua carriera e in breve tempo diventa una superstar a livello mondiale. Nel 1985, Tina incontra il compositore tedesco Erwin Bach. Nonostante la differenza di età, i due si innamorano e iniziano una relazione duratura.

Tina Turner figli

Tuttavia, la felicità di Tina è di breve durata a causa di una serie di problemi di salute che colpiscono duramente la cantante. Soffre di un ictus, un tumore intestinale e una grave insufficienza renale. Erwin si dimostra un eroe silenzioso e dona un rene a Tina, salvandole la vita. Tuttavia, la vita di Tina subisce un altro colpo devastante nel 2018 quando suo figlio Craig si toglie la vitaUn anno dopoperde un altro figlio, Ronniea causa di un tumore. Ma, nonostante tutto, Tina trova la forza di andare avanti, esibendo sempre la sua inalterata forza e resistenza.

Il periodo di crisi

Ike & Tina Turner si sciolgono artisticamente e umanamente nel 1976, dopo anni di violenze e abusi domestici. Il duo è principalmente noto per la spettacolare cover di Proud Mary, capolavoro dei Creedence Clearwater Revival. Tina prova in tutti i modi a riprendersi, per dimostrare al pubblico, a Ike, ma soprattutto a sé stessa, di essere una donna autonoma. 

Resta in un limbo di 13 anni durante i quali, come accennato, pubblica tre dischi. Tutti passano inosservati. Poi accade qualcosa. Anzi ne accadono due di cose. Tina conosce Roger Davies, che all’epoca era manager di Olivia Newton-John, e nel 1979 decide di affidargli la sua carriera. Mai scelta fu più saggia.

Davies per prima cosa la manda in tour ad aprire i concerti europei di Rod Stewart, e poi la propone ai Rolling Stones come open act. Ha capito che Tina Turner deve conquistare la credibilità dei colleghi, prima che del pubblico. Nel frattempo, mentre Stewart, estasiato dalla sua voce, se la porta dietro al Saturday Night Live, Davies lavora alla rinascita discografica.

Il secondo grande avvenimento che cambia le sorti della storia, e della carriera di Tina Turner, è il contratto con la Capitol Records. Inizialmente la major non voleva assolutamente investire sulla cantante, vista come una scommessa persa. “Si è bruciata artisticamente”, dicevano. Tuttavia i piani alti della Capitol dovettero rassegnarsi, anche un po’ per sfinimento, perchè continuavano a ricevere le insistenze del talent scout John S. Carter e di un certo David Bowie. Non sappiamo di preciso cosa si dissero nei meeting, ma possiamo immaginare che almeno un dirigente abbia detto: “beh, se lo dice Bowie…”.

Ad ogni modo la Capitol fa a Tina Turner un contratto per tre album. Le stelle si erano allineate. Ora mancava solo una cosa: la musica.

La storia e il significato di What’s Love Got To Do With It, la rinascita di Tina Turner

Con un contratto sicuro, un manager pronto a gettarsi nel fuoco e un talento vocale di quelli che ci nasci e non ci diventi, Tina Turner era pronta a mettere in atto il capitolo 1 della sua rinascita. Davies affida ai cantautori Terry Britten e Graham Lyle, membri del duo Gallagher & Lyle, il compito di sfornare una hit che possa trainare Private Dancer (1984), il nuovo album.

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Britten e Lyle tirano fuori What’s Love Got To Do With It, che in realtà avevano già scritto e proposto a diversi artisti in precedenza (i Bucks Fizz ne avevano addirittura inciso una loro versione, che però verrà pubblicata solo postuma).

Ma torniamo a Tina Turner. Avete presente quando un interprete si innamora di una canzone che gli viene proposta? Tipo Mina con “se telefonando”? Ecco, tra Tina Turner e What’s Love Got To Do With It avvenne esattamente l’opposto: la cantante detestava la canzone.

Il testo parla di una donna attratta sessualmente da un uomo, ma ci tiene a mettere in chiaro che tra loro non c’è, e non ci sarà, nulla di sentimentale. Niente amore, solo sesso. Una canzone assolutamente anti-romantica, il che non piaceva a Tina Turner. Inizialmente si rifiuta anche di registrarla, figurarsi sceglierla come primo singolo della sua rinascita artistica.

Davies però la rassicura e, in effetti, la canzone riporta Tina Turner al numero uno in classifica per la prima volta dopo 24 anni. Ciò che accade dopo è scritto nella storia della musica e può essere riassunto così: tre Grammy Awards (Canzone dell’anno; Disco dell’anno e Miglior performance vocale femminile). Nell’accettare quest’ultima statuetta, una Tina Turner particolarmente emozionata, dedica il premio proprio a Roger Davies, descrivendolo come “un grande uomo che ha risollevato la mia carriera”. Una dedica non solo a parole: quel Grammy ancora oggi campeggia in casa Davies.

In Tina il film-documentario del 2021 sulla vita della leggendaria cantautrice, il co-autore del brano Terry Britten racconta di aver suggerito a Tina Turner di cadenzare la melodia vocale dicendole: “immagina di cantarla mentre fai jogging”.

Il video di What’s Love Got To Do With It ridefinì l’estetica di Tina Turner

Siamo negli anni ‘80, il che vuol dire che lanciare un singolo sul mercato discografico significa anche promuoverlo su MTV, che era nata tre anni prima. L’importanza del videoclip ufficiale di una canzone, nel 1984, è paragonabile a quello delle playlist Spotify di oggi: cruciale per la promozione.

La regia viene affidata a Mark Robinson, che ambienta il tutto a New York. Il video è quanto più anni ‘80 un prodotto visivo possa essere, con dissolvenze incrociate e abiti appariscenti. Tina Turner si presenta con ingombranti capelli, tacchi alti e una gonna cortissima, ridefinendo quindi la propria estetica per come la conosciamo oggi.

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