a cura di Valentina Guerra
Sul «Fatto Quotidiano» solo insulti ed eterne deliranti accuse. La morte non ferma il rancore dei calunniatori

Il rancore nei confronti del Cavaliere e l’antiberlusconismo non si fermano neppure di fronte alla morte e i suoi odiatori seriali non perdono occasione per distinguersi in negativo. Nella galleria degli orrori dei nemici di Silvio Berlusconi si aggiunge Vauro Senesi, signore irrisolto con l’ossessione verso l’antiberlusconismo. Impossibile per il vignettista del Fatto quotidiano, non partecipare in qualche modo alla galleria del cattivo gusto nel giorno della morte del Cavaliere, che si è spento a 86 anni al San Raffaele.
Capofila è Il Fatto Quotidiano che ha dato la notizia con un’immagine orrenda raffigurante Berlusconi e una figura sfumata che sembra accoglierlo nell’aldilà insieme alla scritta «l’ultimo giudice», riferimento ai processi che ha dovuto subire nel corso della sua vita. A corredo dell’immagine il titolo «Silvio Berlusconi è morto all’età di 86 anni. Primo dei populisti, recordman di inchieste dalla corruzione alla mafia, mago della comunicazione» e la didascalia: «Per 17 anni è stato il centro indiscusso della politica, per altri 12 ha fatto di tutto per continuare a esserlo, fra processi, scandali, polemiche. Delle sue mirabolanti promesse poco è rimasto. E mentre il mondo girava vorticosamente, l’Italia restava incartata a discutere di lui, dei suoi affari e dei suoi guai giudiziari. A molti è andata bene così». Il commento più condivisibile al titolo de Il Fatto lo scrive la giornalista Gaia Tortora: «Fate veramente schifo».
D’altro canto già pochi giorni fa, tale Natangelo sulle pagine dello stesso quotidiano pubblicava una vignetta ironizzando sulle condizioni di salute di Berlusconi ma è Vauro a toccare il fondo con un disegno pubblicato su Twitter corredato dalla didascalia: «Berlusconi è morto. Ma non sono sempre i migliori che se ne vanno?». A sera il sito attacca pure sul lutto nazionale: «Non solo i funerali di Stato (previsti per legge), ma anche il lutto nazionale per l’ex presidente condannato». E il direttore Marco Travaglio parla di «vergognosa giornata di beatificazione».
Non è da meno la rivista Left che ha ripubblicato un articolo del 2021 intitolato «Ricordarsi di ricordare chi era Silvio Berlusconi» con un incipit che non lascia spazio a interpretazioni: «L’elenco delle vicende giudiziarie del Cavaliere è lungo ma vale la pena tenerlo in tasca per le prossime settimane quando sentirete dire che ha ricevuto una sola condanna e ha scontato la pena». Un’enfasi sulle vicende giudiziarie che non poteva mancare anche da parte de la Repubblica, quotidiano da sempre caratterizzato per un forte antiberlusconismo che ha titolato: «I processi: fisco, tangenti, mafia e festini. Un duello infinito con le procure».
Non si risparmia nemmeno l’ex direttore del Domani Stefano Feltri che scrive «l’uomo Berlusconi ha diritto alla nostra pietà, ma il politico Berlusconi non avrà la nostra indulgenza» mentre per l’ex direttore de l’Unità Furio Colombo «senza Silvio Berlusconi non sentiremo nessuna diffe renza».
Incredibile quanto accade ad Arcore a meno di un chilometro da Villa San Martino dove il circolo di sinistra «Arciblob» si rende protagonista di uno sciacallaggio organizzando una festa per la morte di Berlusconi con «piscina, musica, brindisi all night long» e «per i primi 100 spilletta commemorativa in omaggio». A Genova invece i consiglieri municipali del M5S e Pd hanno lasciato l’aula durante il minuto di silenzio dedicato a Berlusconi, mentre lascia senza parole il comunicato stampa di Francesco Martines, consigliere regionale del Pd in Friuli Venezia Giulia: «Esprimo profondo cordoglio ai famigliari e ai dirigenti ed elettori di Forza Italia per la scomparsa di Silvio Berlusconi, un imprenditore privato abile nell’usare i rapporti politici per creare negli anni un impero economico, ma anche un personaggio politico molto controverso. Con le sue televisioni e la sua attività di premier e di leader di partito è stato per un ventennio un esempio culturale negativo per le future generazioni».
C’è poi chi come Elio Vito non perde l’occasione per strumentalizzare la scomparsa del Cavaliere per attaccare il governo: «Berlusconi è morto.

Ora Meloni dovrebbe dimettersi». Si distingue in negativo Potere al Popolo che su Twitter scrive: «No, non era un grande statista, non era una brava persona. E no, non vogliamo dimostrare il nostro cordoglio. Silvio Berlusconi è stato uno dei loro, un nemico. E come tale va ricordato» firmandosi «i soliti comunisti». Il partito rilancia poi i commenti del sindacalista Giorgio Cremaschi «per me resta un nemico che ha rappresentato tutto ciò contro cui è per me giusto lottare». In effetti certi articoli e commenti animati da un sentimento di rancore nei confronti di uno statista come Silvio Berlusconi, non possono che riportare alla mente le sue parole durante un celebre comizio: siete ancora ed oggi come sempre dei poveri comunisti. Il “Travaglismo” è questo, l’odio senza riserve e l’invidia sociale che senza rispetto vomita senza civiltà e rispetto verso tutto e tutti. Ci permettiamo ancora soltanto di notare come nel vegare il pezzo che forse attendeva da una vita, Travaglio, forse abbia deluso le aspettative dei suoi lettori. Come se il “troppo” in cui poteva sguazzare lo avesse confuso, tanto da riuscire a mettere in fila solo una lunga sequela di frasi quasi sconnesse, fino alla chiusa – “Me ne vado da questo Paese di mer***” -, lo sfregio finale che piove in una confusione decisamente imbarazzante. Povero Travaglio, come ti sei ridotto.